lunedì 25 luglio 2011

Il rispetto dei bambini

"Allora se fai ancora la linguaccia alla zia ti mollo una sberla",
"Bua, bua, qua bua"
"Certo che lì hai la bua e io te la faccio venire dall'altra parte, se non la smetti brutta peste!"
"Bua, bua, qua bua"
Assisto a questo dialogo tra una signora di mezza età ed un bimbo che sta tra le sue braccia, un piccolo dall'aria simpatica che avrà all'incirca due anni, ha una ferita sul sopracciglio destro e a quanto pare prima di ricevere il rimprovero si divertiva a tirar fuori la lingua. La mamma cammina loro accanto spingendo un passeggino con una bimba più piccola, non dice niente e sorride.
Io sto passeggiando dietro a loro e assisto alla scena, mi fa molta tristezza sentire trattare in questo modo i bambini, purtroppo spesso mi trovo ad ascoltare questo genere di discorsi, accade spesso che genitori o parenti rimproverino i piccoli con modalità brusche e autoritarie. Per cosa poi? Per aver mancato di rispetto? Ma un bimbo di due anni sta mancando di rispetto se fa la linguaccia? Oppure è solo un modo per attirare l'attenzione o per scherzare?
In un'altra occasione, ho sentito una signora rivolgersi ad una bimba intimandole di non toccare la verdura esposta nel banco del mercato minacciandola che se non avesse smesso avrebbe richiesto l'intervento del vigile, lei però fumava incurante di un altro bimbo che accompagnava nel passeggino. Mi sconvolge sempre di più assistere a queste interazioni e sopratutto mi sconvolge il fatto che diamo per scontato che i nostri figli vanno trattati così con una modalità irrispettosa, minacciandoli, sgridandoli frequentemente e con toni aspri spesso per futilità, quasi dipendesse più da un nostro bisogno di esercitare un potere o un controllosu di loro che non da un reale comportamento inadeguato o pericoloso. Perchè non spiegare loro con calma le nostre ragioni? Perchè non intervenire quando la situazione è di reale necessità o pericolo? E per il resto perche non lasciarli fare?
In fondo sono dei bambini e hanno ben il diritto di esprimersi!!!

sabato 23 luglio 2011

Depressione post partum

"Semplicemente così. Quando sei nata tu, tua madre si ammalò di depressione. Capita a quasi tutte le donne. Niente di nuovo. Gli ormoni che hanno lavorato per nove mesi si sono sfiancati a costruire la vita cellula per cellula, tessuto per tessuto, e dopo aver finito il lavoro si lasciano andare. Poi passa. Di solito c'è un marito che fa quel che si deve in questo periodo , oppure dei nonni. Tua madre non li ha avuti. Neanch'io ma avevo la musica" Così la Signora della notte parla del delicatissimo periodo dopo il parto nel bellissimo libro La vita accanto, di MariaPia Veladiano delicato e forte, rumoroso e tagliente come la vita di chi si sottrae perchè diverso, forse troppo vero e sensibile per stare bene al mondo. Ogni tanto si sente parlare della depressione post partum come fosse una malattia, ogni tanto ci arriva eco di una mamma che ha usato violenza verso il prorpio bambino, sono fatti di cronaca, che fanno parlare di sè fino a che serve, fino a che la scena televesiva non li abbandona rapita da altre notizie bomba. Ma non sono casi isolati, non succede sempre ad altre, tutte le mamme vivono, sopratutto con la nascita del primo figlio, un momento di estrema fragilità e delicatezza, la medicina dà la colpa al tumulto ormonale, alla fatica del parto, alla difficoltà di gestire il nuovo nato. In realtà avviene anche dell'altro, tutti i ricordi della primissima infanzia, dell'età della dipendenza di quando eravamo piccoli e indifesi emergono con forza ed assieme ad essi le paure, le delusioni, le mancanze di quel periodo, un'età in cui il ricordo è solo corporeo (il corpo trattiene i segni delle prime esperienze di vita la mente razionale non può ancora farlo). Purtroppo attualmente le giovani mamme non vengono accompagnate a comprendere l'importanza di questo momento, così prezioso per poter così lenire vecchie ferite e paure e per poter porre le basi per una relazione serena con il prorpio figlio. Sono rarissime le possibilità che una mamma incontra di poter parlare delle proprie difficoltà e paure, delle proprie insicurezze difficilmente trova conforto in un esperto consapevole e accogliente e così molto spesso a pagarne è la relazione tra lei ed il suo bambino, allora ecco il pianto eccessivo, le notti insonni, le coliche...ecco i tanti problemi superficialmente addossati ai piccoli e che molto spesso sono invece legati alla relazione tra genitori e bambino. Vorrei far riflettere sull'importanza di un approccio più attento e sensibile al vissuto interiore delle neo mamme e sottolineare quanto il bisogno di spazi di ascolto e di attenzione sia una forma di prevenzione a tanti possibili disagi futuri.

venerdì 22 luglio 2011

Attività Centro

Il Centro l'Albero d'Oro offre un aiuto e un sostegno a chiunque voglia intraprendere un percorso di crescita personale attraverso un approccio attento alla persona, alle sue risorse e abilità, non si tratta quindi di fare terapia ma di stare in-relazione ed in ascolto dell'unicità e della biografia di ogni persona sia essa un bambino, un genitore, un adulto, un anziano.
Gli incontri sono individuali e di gruppo. Si rivolgono a bambini e adolescenti per affrontare difficoltà negli apprendimenti, problemi di encopresi ed enuresi, difficoltà nel comportamento e di attenzione, impacci psicomotori, insicurezze, disagi psico-affettivi ed emotivi, relazionali e sociali, situazioni stressanti, cambiamenti evolutivi e corporei. Si rivolgono ai genitori per sostenere ed accompagnare la progettualità educativa. Si rivolgono inoltre ai neo genitori ed ai genitori in attesa per accompagnarli nel superare situazioni stressanti, ansie, paure, per aiutarli a comprendere il linguaggio dei neonati, aiutarli a stabilire una relazione empatica, superare le problematiche legate al sonno entrare in contatto profondo con il loro bambino attraversi il contatto corporeo ed il linguaggio non verbale.
All'interno del Centro, assieme a me collaborano varie figure professionale: uno Psicologo: Dott.ssa Vania Predebon, un Arteterapeuta: Dott.ssa Giovanna Dal Ponte e un Naturopata e Chinesiologo: Paolo Tomba.

Dalla parte dei piccoli

Ciao a tutti
il mio intento è quello di utilizzare questo blog per parlare di infanzia...per condividere con chi ne ha voglia riflessioni, pensieri, commenti, per cercare insieme una via alternativa a tante difficoltà vissute nel quotidiano nella relazione tra genitori e figli.
Mi guardo attorno, ascolto i genitori, li osservo nella quotidianità e nella relazione con i loro figli (al mercato, in vacanza, per la strada...) e soffro nel vedere come trattiamo i nostri figli, come siamo spesso inconsapevoli dei loro bisogni e delle loro necessità. Questo succede sia per ignoranza: non conosciamo le loro tappe di sviluppo, il loro mondo interiore, non diamo ascolto alle loro emozioni, li trattiamo come piccoli adulti. Ma avviene sopratutto perchè noi stessi siamo stati trattati allo stesso modo, con modalità autoritarie e adultocentriche, perchè non ci è stato dato il permesso di esprimerci, siamo cresciuti pensando che il potere fosse degli adulti e che a noi spettasse solo di obbedire, di rispettare le regole, ma quanta rabbia abbiamo incamerato, quanta paura, quanta sofferenza? No io penso che sia giunto proprio il momento di cambiare per porre le basi di una società più giusta, per un futuro di pace o forse solamente per stabilire fin da ora una relazione serena con i nostri figli.